Sassari, 14 febbraio 2018
Con la Delibera di sblocco del turnover del personale approvata
ieri sera dalla Giunta Regionale, l’Azienda per la Tutela
della Salute (ATS) avrà una maggiore flessibilità nella gestione
delle risorse umane. Questo - commenta il Direttore Generale
dell’ATS, Fulvio Moirano - si traduce in una migliore possibilità
di erogare sempre più servizi e di qualità a tutti i cittadini
della Sardegna. Naturalmente si tratta, come è ovvio, di un
processo che richiede tempi e modalità graduali, ma senza
dubbio la deliberazione in questione segna un importante passo
avanti in questa direzione.
Tornando alle dinamiche sul personale, la novità dell’atto
regionale permette di decidere quali figure professionali
assumere mantenendo, è bene ricordare, i vincoli previsti
dall’attuale normativa in tema di bilancio nonché dall’eventuale
aggiornamento del piano di riorganizzazione e di riqualificazione
del servizio sanitario regionale. Significa che tanti precari
medici, infermieri, professionisti sanitari e tecnici che
in questi anni hanno fornito il loro importante contributo
per l’erogazione quotidiana dei servizi nei confronti dei
cittadini sardi, potranno essere assunti in pianta stabile
nell’ATS.
Infatti, solo nel 2018, il personale interessato al processo
di messa in ruolo potrebbe arrivare a circa 800 unità (50%
tramite mobilità, scorrimento delle graduatorie degli idonei
ATS Sardegna e concorso; 50% attraverso le procedure di stabilizzazione
del personale precario previste dal decreto legislativo n.
75/2017 - Decreto Madia). Un’azione che non solo mette fine
ad una precarizzazione che dura da troppi anni ma che permette
di fare ordine nella pianta organica del personale ATS (vedi
Deliberazione 1.347 del 30 dicembre 2017), consentendo anche
l’attivazione di procedure di mobilità extra regionale propedeutiche
alla realizzazione di nuovi concorsi.
Infine, occorre sottolineare, che la definitiva messa in ruolo
di medici, infermieri e Operatori Socio-Sanitari permette
di individuare in modo corretto le risorse umane anche in
quelle aree della regione dove la disponibilità di contratti
flessibili spesso non risultano appetibili dai professionisti
che così non ricoprono l’attività per la corretta erogazione
dei servizi.
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