Cagliari, 30 gennaio 2018
“La bocciatura della proposta di referendum consultivo per il
riconoscimento nella Costituzione italiana dello status di insularità
della Sardegna rappresenta la conferma del fatto che la nostra
terra è governata da burocrati che possono permettersi di fare
il bello e il cattivo tempo in barba alla volontà espressa dai
quasi centomila sardi che hanno firmato per la proposta di consultazione”,
dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi per l’Europa in
Consiglio regionale, Attilio Dedoni. “Quella di oggi
è una pagina nera per la democrazia in Sardegna”, rimarca Dedoni.
“La libera espressione di tanti cittadini, appartenenti ai più
diversi schieramenti politici, si trova a soccombere davanti
al pronunciamento di un ufficio che ha scelto di interpretare
le norme nel modo più restrittivo possibile per impedire al
popolo di esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione.
Evidentemente, gli apparati sono ben coscienti delle conseguenze
che avrebbe il riconoscimento dello status di insularità, con
i sardi che finalmente potrebbero sgravarsi dal peso atavico
di una condizione di sudditanza imposta per ragioni geografiche
e diventare così liberi cittadini, non più asserviti e costretti
a elemosinare i loro diritti ai governanti di turno e al loro
braccio operativo che rappresenta il vero potere”. “La battaglia
che inizia oggi va ben oltre la dichiarazione di ammissibilità
del quesito referendario: i sardi devono rendersi conto che
dovranno lottare con tutti i mezzi che la democrazia mette a
disposizione per avere ragione del mostro burocratico che nega
loro la libertà”, conclude il capogruppo. “Ciò che è successo
con la proposta di referendum non è diverso da quanto sta accadendo
nel comparto agropastorale, nella sanità, nei trasporti e in
tutti quei settori nei quali una macchina amministrativa farraginosa,
inefficiente e autoreferenziale condanna la nostra Isola all’arretratezza
e al sottosviluppo. Le prossime elezioni regionali saranno cruciali
per le speranze di rilancio della Sardegna: solo chi proporrà
una seria riforma della burocrazia dovrà trovare il consenso
dei sardi”.
La decisione dell'Ufficio regionale del Referendum in
merito al quesito sull'insularità, pur nella sua correttezza
formale, non può non stupire". Lo ha detto Francesco
Agus Presidente della I^ commissione "Autonomia"
del Consiglio regionale della Sardegna. "Per il tema trattato,
per il grande sostegno popolare, per la natura consultiva del
referendum che non avrebbe esposto a rischi ma avrebbe avuto,
come in Lombardia e in Veneto, un forte impatto politico. Nel
recente passato lo stesso organo fu molto più tollerante
e applicò la normativa in maniera estensiva permettendo,
senza sollevare particolari problemi formali, la celebrazione
di quesiti addirittura in palese contraddizione con lo Statuto
d'autonomia".
"L'atto burocratico - ha continuato Agus - non deve però
essere confuso con la rinuncia a ogni iniziativa sul tema.
Credo che sul tema, referendum o no, sia indispensabile la chiusura
dei tanti ragionamenti aperti. Linsularità è
una condizione geografica oggettiva dalla quale derivano per
la nostra regione condizioni di innegabile difficoltà.
Condizioni che devono essere superate garantendo il diritto
dei sardi ad essere pari rispetto ai cittadini della penisola.
Questo tema è causa, trasversalmente e inesorabilmente,
di parte dei problemi legati alle dinamiche di sottosviluppo
a cui oggi è interessata lisola. Negli ultimi anni
nella legislazione statale e regionale sono stati fatti importanti
passi in avanti che ora occorre concretizzare".
"L'art. 4 c. 5 della Legge di stabilità regionale
2017 prevede - ha evidenziato Francesco Agus - che il Consiglio
regionali approvi e proponga allo Stato le modifiche al trattato
di adesione dell'Italia alla UE affinchè alla Sardegna
sia riconosciuto in ambito europeo lo status di regione insulare.
A questo si sono aggiunte le norme inserite per merito dei parlamentari
sardi nell'ultima legge di bilancio dello Stato che prevedono,
tra l'altro, l'istituzione di un comitato paritetico stato-regione
che definisca al meglio ogni proposta di modifica dei trattati".
Su questi temi - ha concluso il Presidente della I^ commissione
Autonomia - e per dare concretezza a quanto approvato dal Consiglio
e dal Parlamento nelle prossime settimane verrà convocata
unapposita riunione della commissione "Autonomia"
del Consiglio regionale".
"Non comprendiamo le ragioni della bocciatura del referendum
sullinserimento del principio di insularità in
Costituzione. E un verdetto negativo che appare illogico
e paradossale". E il commento del capogruppo di
Forza Italia Pietro Pittalis sul responso dellUfficio
regionale del referendum, che ha respinto la possibilità
di un voto sul riconoscimento dellinsularità
nella Carta costituzionale: "E una decisione anacronistica
ed inopportuna - continua il leader degli azzurri - che contraddice
quanto accaduto in Veneto e Lombardia, con una consultazione
popolare per lapprovazione di condizioni particolari
di autonomia nelle due Regioni". Dunque, per il capogruppo
forzista non ci sono dubbi: "Questa battaglia - conclude
Pittalis - non si deve certo fermare, perché porterebbe
la Sardegna ad avere maggiori spazi di manovra nei confronti
del Governo, con la spinta dellinsularità. E
poi inammissibile giustificare la bocciatura a fronte di oltre
90mila firme a favore del referendum. Forza Italia continuerà
a sostenere con convinzione la battaglia che, con lungimiranza,
hanno promosso i nostri amici Riformatori sardi".
I burocrati individuati da Pigliaru per comporre l'Ufficio
regionale del referendum hanno deciso, attraverso una loro interpretazione,
di cestinare le firme di quasi centomila sardi che volevano
iniziare l'iter parlamentare che avrebbe portato al riconoscimento
del principio di insularità all'interno della Costituzione
Italiana. Ci pare questa una decisione completamente scollegata
dalla realtà della Sardegna, esattamente come lo è
il governo regionale", ha commentato così Emilio
Floris, senatore di FI, la bocciatura della proposta referendaria
scaturita nei mesi scorsi, da parte dellUfficio del referendum.
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