Cagliari,
26 febbraio 2016
Si conclude in questi giorni il progetto RESURCH Ricerca
e sviluppo tecnologico per ottimizzare la redditività
economica e sostenibilità ambientale dell'allevamento
del riccio di mare finanziato dallUnione Europea
nellambito del 7° Programma quadro a sostegno delle
piccole medie imprese (http://resurchproject.com/). Il Dipartimento
di Scienze della Vita e dellAmbiente dellUniversità
di Cagliari ha svolto un ruolo fondamentale nella ricerca
con lattivazione di uno schiuditoio sperimentale di ricci
- spiega Piero Addis, ricercatore di UNICA e Principal Investigator
del progetto - Lo schiuditoio sperimentale è stato allestito
dai ricercatori dellAteneo nella località Sa Illetta
con la preziosa collaborazione del Consorzio Ittico Santa Gilla,
con cui lAteneo ha stipulato una convenzione di ricerca.
Limpianto attivato dal gruppo di ricerca è
in grado di produrre oltre 100mila giovani ricci allanno.
Gli obiettivi del progetto erano individuati in sette
work packages - spiega Addis - tra cui la formulazione ed
ottimizzazione delle diete artificiali per lalimentazione
dei ricci, lo studio delle tecnologie e i sistemi di allevamento
in impianti a terra ed in mare, lottimizzazione del
prodotto finale, ovvero il miglioramento delle qualità
biochimiche della polpa di riccio allevato, anche attraverso
test sensoriali, le attività di training, networking
and dissemination, strumenti utili per la formazione e crescita
dei giovani ricercatori.
Il partenariato del progetto ha incluso sette imprese specializzate
nellallevamento e commercializzazione di organismi marini:
la Thorisholmi e la Sæbýli (Islanda), la Dunmanus
e la Connemara Abalone (Irlanda) e ARDAG (Israele), e due
aziende italiane, GIGANTE di Taranto e limpresa sarda
CEDIMAR (Cagliari).
Da sottolineare anche la partecipazione degli istituti di
ricerca, rappresentati da Nofima (Norvegia), SAMS (UK), Matis
(Islanda) e IOLR (Israele), a cui si sono affiancati i gruppi
di ricerca del CNR di Taranto e dellUniversità
di Genova (capofila del progetto). Il progetto ha fornito
un avanzamento tecnologico per lallevamento di due specie
di echinodermi, "Paracentrotus lividus" (la specie
consumata in Sardegna) e "Strongylocnetrotus droebachiensis"
(consumata nel nord Europa) e per la sostenibilità
ambientale della risorsa. I risultati, infatti, potrebbero
fornire anche un sostegno agli enti deputati alla gestione
di questa preziosa risorsa sarda.
Il gruppo di ricerca è composto da Piero Addis (unità
di ecologia), Alberto Angioni (unità di chimica e tossicologia
degli alimenti), Marco Secci (assegnista, responsabile dello
schiuditoio), Daniela Loddo (contrattista, esperta in microalghe),
Viviana Pasquini, Angelica Giglioli (laureande in Biologia
Marina), Cecilia Biancacci (PhD presso lo Scottish Association
for Marine Science, UK). Un ringraziamento conclude
il dottor Addis - anche a Stefano Carboni dellInstitute
of Aquaculture dellUniversità di Stirling (UK)
e al Prof. Muki Shpigel dellIsrael Oceanographic and
Limnological Research institute (Eilat-Israele).
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